LABORATORIO N.1. Titolo: Le origini della vita ovvero le origini dal concepimento al primo
anno di vita, di Rita Roberto e Alfredo Feretti.
Iniziamo con una canzone per narrare
le Origini :”C’è una tribù in Africa
Orientale dove la data di nascita di un bambino non si conta dal giorno in cui
è nato, neppure dal giorno in cui è stato concepito, ma dal giorno in cui è
stato pensato per la prima volta da sua madre Quando la donna decide di avere
un bambino va a sedersi sotto l’albero più grande del villaggio e lì comincia
ad ascoltare. Ascolta la canzone del bambino che vuole nascere, e lì sotto
l’albero impara la sua canzone. Dopo che ha ascoltato la canzone del figlio,
comincia a cantarla. La canta al padre del bambino prima del concepimento. La
canta quando rimane incinta, e continua a cantarla ogni mese della sua
gravidanza, e il giorno in cui il bambino vuole nascere, durante il travaglio
lei canta. La canta al bambino appena nato, e la canta quando lo presenta al
villaggio perché tutti sappiano che quella è la sua canzone. Poi la insegna al
bambino che cresce, se il bambino cade, o si fa male, gli canteranno quella
canzone. Quella canzone lo accompagnerà tutta la vita e durante il matrimonio
la canzone dello sposo e della sposa verranno cantate insieme. Quando verrà il
giorno della sua morte, tutto il villaggio canterà per lui, per l’ultima volta
la sua canzone. “(Kornfield, 1996).
La nascita immette in una storia
familiare, nel rapporto tra le generazioni e ci aiuta a comprendere quale sia
il legame con il “villaggio” cui quel
bambino appartiene. Introduciamo cosi il concetto di grembo psichico transgenerazionale che non è solo quello
della madre ma anche quello di un padre, di un fratello o sorella, dei nonni,
della famiglia e della comunità. Se tale grembo non sa accogliere, non sa
fornire risorse e possibilità, influisce negativamente sul nascituro. Essere
accanto ai genitori in queste
fasi determinanti dell’accoglienza della vita, del nutrirla e farla crescere è
un privilegio ed una funzione importantissima della nostra professione.
LABORATORIO
N.2 Titolo: Alla scoperta del mondo!
Ovvero La nascita del sé e del noi. Chi ben incomincia…, di Arianna Siccardi e Gabriele
Graziani.
I
primi anni di vita sono il periodo più “denso” che attraversano gli esseri
umani. Impariamo a parlare, mangiare cibi solidi, camminare e a relazionarci
con il mondo intorno a noi.
Noi
nasciamo incompleti e solo un lungo accudimento fisico ed emotivo accompagnerà
lo sviluppo del bambino/a fino alla
maturità.
Il
compito dei genitori prima e degli adulti in generale, è quello di aiutare e
facilitare “l’essere in formazione” nel gestire, con acquisita consapevolezza,
la massa di informazioni pratiche ed emotive da cui rischia di essere travolto.
Da
qui si evince l’importanza di un corretto atteggiamento di accoglienza, cura ed
educazione da parte dei genitori e delle figure che si avvicendano a questo
compito. Se durante il percorso di crescita c’è stata qualche, reiterata e
prolungata, carenza fisica, psichica e/o di relazionale, il bambino rischia di
strutturare e accumulare esperienze negative che produrranno comportamenti
disfunzionali per il pieno sviluppo delle sue potenzialità.
Attraverso
esercizi di autoascolto, ci alleneremo a empatizzare con i piccoli e con gli
adulti per individuare i limiti e le risorse dello stile di accudimento
interiorizzato.
L’obiettivo
del laboratorio è aiutare le famiglie che si rivolgono ai Consulenti a non
smarrirsi in questo delicato e bellissimo compito.
LABORATORIO
N.3 Titolo: Voglia di volare ovvero la magia dell’incontro con la realtà: un
percorso a piccoli passi, di Stefania Sinigaglia e Raffaello Rossi (*).
Quella
dai 6 ai 10 anni è un’età molto delicata, che segna l’ingresso del bambino nel
mondo reale. È, dunque, essenziale aiutarlo ad attribuire un valore positivo
alla concretezza sottesa al “fare esperienza della realtà”, affinché il bambino
diventi sempre più consapevole di sé e di ciò che ha conquistato nella prima
infanzia. Durante questa fase della vita - cosiddetta “della fanciullezza” o
anche “della latenza” – la relazione tra genitori e figli si connota, dunque,
come un processo dinamico, all’interno del quale entrambi sono chiamati ad
assolvere specifici compiti evolutivi e a soddisfare altrettanti bisogni. Alla
base di questo processo si ritrova il concetto di crescita umana teorizzato da Pamela Levin ("I cicli
dell'identità", 1988), che postula la costante reiterazione di stadi nel corso della vita, i quali,
scandendo le diverse fasi evolutive dei figli, riattivano nei genitori bisogni
e angosce che appartengono alla loro personale storia evolutiva.
Durante il laboratorio proveremo a sintonizzarci con questa fase della vita, utilizzeremo “linguaggi” diversi, per attivare risonanze e far riaffiorare alla mente e al cuore le nostre prime esperienze di incontro con la realtà. A volte sono proprio i tentativi più inattesi e apparentemente ludici a racchiudere grandi significati, come piccolissime pietre dall’immenso valore.
(*) in relazioni al
numero di iscrizioni questo Laboratorio potrà essere sdoppiato.
LABORATORIO N. 4 Titolo: Preadolescenza e dintorni, ovvero il viaggio
verso nuove scoperte di figli e genitori, di Patrizia Margiotta e Sara Hawker.
Il
laboratorio propone un lavoro centrato sulle difficoltà e sulle risorse sia dei
genitori che dei figli preadolescenti ad attraversare e superare le fasi
faticose e talvolta turbolente del passaggio dall’identità infantile ad
un’immagine del sé adulto.
-
Saper
accettare la trasformazione del proprio corpo
-
Accettare
il proprio genere sessuale
-
Saper
stabilire nuove modalità di relazione con i genitori, altri adulti di
riferimento, gli stessi coetanei
Lavoro
che prevede la consapevolezza dei genitori ad essere guida accogliente e
generosa ma anche ferma e sicura, per traghettare questo processo di crescita
che spesso può implicare comportamenti rischiosi e trasgressivi dei figli
(bullismo, atteggiamenti oppositivi, disagio personale, uso di sostanze).
Il
fine del laboratorio è, dunque, aiutare i genitori “ad essere accanto ma senza
sostituirsi” come Maria Montessori ci insegna.
LABORATORIO N.5
Titolo: Come
fare …l’apprendista e lo stregone, ovvero formule magiche e pozioni per
trasferire i poteri, di Claudia Monti e Maurizio Qualiano.
La finalità del Laboratorio è quella di effettuare un focus sulla
particolare relazione che esiste tra il Tutor di Tirocinio e il Tirocinante.
Prima di tutto individueremo chi è il
lo Stregone e chi è l’Apprendista, quali segreti poteri ha il primo e a quali
libri di formule magiche attinge il secondo, per disegnare una mappa di ruoli,
funzioni, attività e competenze.
Poi ci concentreremo sulle pozioni magiche da preparare, e
soprattutto su quali poteri vogliamo acquisire con queste formule e a quali
ancestrali ed archetipiche conoscenze vogliamo attingere per meglio organizzare
la nostra attività di Stregoni.
Il
tutto messo a macerare con un pizzico di autoascolto, 7 foglie di
professionalità, 5 gocce di consapevolezza e
una spolverata di umiltà.