domenica 16 febbraio 2020

LA SINTESI DEI LABORATORI ESPERIENZIALI


LABORATORIO N.1. Titolo: Le origini della vita ovvero le origini dal concepimento al primo anno di vita, di Rita Roberto e Alfredo Feretti.

Iniziamo con una canzone per narrare le Origini :”C’è una tribù in Africa Orientale dove la data di nascita di un bambino non si conta dal giorno in cui è nato, neppure dal giorno in cui è stato concepito, ma dal giorno in cui è stato pensato per la prima volta da sua madre Quando la donna decide di avere un bambino va a sedersi sotto l’albero più grande del villaggio e lì comincia ad ascoltare. Ascolta la canzone del bambino che vuole nascere, e lì sotto l’albero impara la sua canzone. Dopo che ha ascoltato la canzone del figlio, comincia a cantarla. La canta al padre del bambino prima del concepimento. La canta quando rimane incinta, e continua a cantarla ogni mese della sua gravidanza, e il giorno in cui il bambino vuole nascere, durante il travaglio lei canta. La canta al bambino appena nato, e la canta quando lo presenta al villaggio perché tutti sappiano che quella è la sua canzone. Poi la insegna al bambino che cresce, se il bambino cade, o si fa male, gli canteranno quella canzone. Quella canzone lo accompagnerà tutta la vita e durante il matrimonio la canzone dello sposo e della sposa verranno cantate insieme. Quando verrà il giorno della sua morte, tutto il villaggio canterà per lui, per l’ultima volta la sua canzone. “(Kornfield, 1996).
La nascita immette in una storia familiare, nel rapporto tra le generazioni e ci aiuta a comprendere quale sia il legame con il “villaggio” cui quel bambino appartiene. Introduciamo cosi il concetto di grembo psichico transgenerazionale che non è solo quello della madre ma anche quello di un padre, di un fratello o sorella, dei nonni, della famiglia e della comunità. Se tale grembo non sa accogliere, non sa fornire risorse e possibilità, influisce negativamente sul nascituro. Essere accanto ai genitori  in queste fasi determinanti dell’accoglienza della vita, del nutrirla e farla crescere è un privilegio ed una funzione importantissima della nostra professione.

LABORATORIO N.2 Titolo: Alla scoperta del mondo! Ovvero La nascita del sé e del noi. Chi ben incomincia…, di Arianna Siccardi e Gabriele Graziani.

I primi anni di vita sono il periodo più “denso” che attraversano gli esseri umani. Impariamo a parlare, mangiare cibi solidi, camminare e a relazionarci con il mondo intorno a noi.
Noi nasciamo incompleti e solo un lungo accudimento fisico ed emotivo accompagnerà lo sviluppo del bambino/a  fino alla maturità.
Il compito dei genitori prima e degli adulti in generale, è quello di aiutare e facilitare “l’essere in formazione” nel gestire, con acquisita consapevolezza, la massa di informazioni pratiche ed emotive da cui rischia di essere travolto.
Da qui si evince l’importanza di un corretto atteggiamento di accoglienza, cura ed educazione da parte dei genitori e delle figure che si avvicendano a questo compito. Se durante il percorso di crescita c’è stata qualche, reiterata e prolungata, carenza fisica, psichica e/o di relazionale, il bambino rischia di strutturare e accumulare esperienze negative che produrranno comportamenti disfunzionali per il pieno sviluppo delle sue potenzialità.
Attraverso esercizi di autoascolto, ci alleneremo a empatizzare con i piccoli e con gli adulti per individuare i limiti e le risorse dello stile di accudimento interiorizzato.
L’obiettivo del laboratorio è aiutare le famiglie che si rivolgono ai Consulenti a non smarrirsi in questo delicato e bellissimo compito.

LABORATORIO N.3 Titolo:  Voglia di volare ovvero la magia dell’incontro con la realtà: un percorso a piccoli passi, di Stefania Sinigaglia e Raffaello Rossi (*).

Quella dai 6 ai 10 anni è un’età molto delicata, che segna l’ingresso del bambino nel mondo reale. È, dunque, essenziale aiutarlo ad attribuire un valore positivo alla concretezza sottesa al “fare esperienza della realtà”, affinché il bambino diventi sempre più consapevole di sé e di ciò che ha conquistato nella prima infanzia. Durante questa fase della vita - cosiddetta “della fanciullezza” o anche “della latenza” – la relazione tra genitori e figli si connota, dunque, come un processo dinamico, all’interno del quale entrambi sono chiamati ad assolvere specifici compiti evolutivi e a soddisfare altrettanti bisogni. Alla base di questo processo si ritrova il concetto di crescita umana teorizzato da Pamela Levin ("I cicli dell'identità", 1988), che postula la costante reiterazione di stadi nel corso della vita, i quali, scandendo le diverse fasi evolutive dei figli, riattivano nei genitori bisogni e angosce che appartengono alla loro personale storia evolutiva.
Durante il laboratorio proveremo a sintonizzarci con questa fase della vita, utilizzeremo “linguaggi” diversi, per attivare risonanze e far riaffiorare alla mente e al cuore le nostre prime esperienze di incontro con la realtà. A volte sono proprio i tentativi più inattesi e apparentemente ludici a racchiudere grandi significati, come piccolissime pietre dall’immenso valore.
(*) in relazioni al numero di iscrizioni questo Laboratorio potrà essere sdoppiato.

LABORATORIO N. 4 Titolo:  Preadolescenza e dintorni, ovvero il viaggio verso nuove scoperte di figli e genitori, di  Patrizia Margiotta e Sara Hawker.

Il laboratorio propone un lavoro centrato sulle difficoltà e sulle risorse sia dei genitori che dei figli preadolescenti ad attraversare e superare le fasi faticose e talvolta turbolente del passaggio dall’identità infantile ad un’immagine del sé adulto.
-        Saper accettare la trasformazione del proprio corpo
-        Accettare il proprio genere sessuale
-        Saper stabilire nuove modalità di relazione con i genitori, altri adulti di riferimento, gli stessi coetanei
Lavoro che prevede la consapevolezza dei genitori ad essere guida accogliente e generosa ma anche ferma e sicura, per traghettare questo processo di crescita che spesso può implicare comportamenti rischiosi e trasgressivi dei figli (bullismo, atteggiamenti oppositivi, disagio personale, uso di sostanze).
Il fine del laboratorio è, dunque, aiutare i genitori “ad essere accanto ma senza sostituirsi” come Maria Montessori ci insegna.

LABORATORIO N.5 Titolo: Come fare …l’apprendista e lo stregone, ovvero formule magiche e pozioni per trasferire i poteri, di Claudia Monti e Maurizio Qualiano.

La finalità del Laboratorio è  quella di effettuare un focus sulla particolare relazione che esiste tra il Tutor di Tirocinio e il Tirocinante.
Prima di tutto individueremo chi è il lo Stregone e chi è l’Apprendista, quali segreti poteri ha il primo e a quali libri di formule magiche attinge il secondo, per disegnare una mappa di ruoli, funzioni, attività e competenze.
Poi ci concentreremo  sulle pozioni magiche da preparare, e soprattutto su quali poteri vogliamo acquisire con queste formule e a quali ancestrali ed archetipiche conoscenze vogliamo attingere per meglio organizzare la nostra attività di Stregoni.
Il  tutto messo a macerare con un pizzico di autoascolto, 7 foglie di professionalità, 5 gocce di consapevolezza e  una spolverata di umiltà.

2 commenti:

  1. Sempre lo stesso dilemma ,i laboratori sono uno più interessante dell'altro,come si fa a scegliere?Vorrei poterli fare tutti.Grazie per il vostro eccezionale lavoro organizzativo e buon pomeriggio.

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  2. Tutti molto interessanti e mostrano una continuità di logica che ti suggerisce di farli tutti
    Buona giornata

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